Il 28 giugno 2025 rappresenta una data spartiacque per le aziende europee: entra infatti in vigore l'obbligo di adeguamento ai requisiti di accessibilità digitale previsti dalla Direttiva Europea 2019/882, conosciuta come European Accessibility Act (EAA).
Secondo questa normativa, tutte le imprese con oltre 10 dipendenti o un fatturato annuo superiore a 2 milioni di euro saranno tenute a garantire che i propri prodotti e servizi digitali(siti web, app, piattaforme e soluzioni online) siano accessibili a tutte le persone, comprese quelle con disabilità.
La portata di questa norma è significativa: si passa da un approccio centrato sulla pubblica amministrazione, già vincolata dalla legge italiana n. 4/2004 (Legge Stanca) e dalla Direttiva UE 2016/2102, a un contesto esteso anche al settore privato. Le aziende non possono più considerare l'accessibilità come un'opzione. Diventa un dovere, ma anche una leva competitiva.
Cosa significa accessibilità digitale
Accessibilità digitale significa progettare e offrire prodotti e servizi online che possano essere utilizzati anche da persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.
Un sito accessibile è, ad esempio, navigabile da tastiera, compatibile con screen reader, dotato di contrasti cromatici sufficienti, testi alternativi per le immagini e video sottotitolati.
L’obiettivo non è solo garantire l’accesso, ma anche l’usabilità e la comprensibilità dell’esperienza online per ogni tipo di utente.
Si tratta, dunque, di un cambio culturale prima ancora che tecnologico. Non basta più lanciare una piattaforma e aggiornarla di tanto in tanto. L’accessibilità deve essere integrata nel ciclo di vita del prodotto digitale, dalla progettazione alla manutenzione.
Le implicazioni della scadenza del 28 giugno 2025
A partire da quella data, le aziende dovranno assicurare che i propri servizi digitali rispettino gli standard tecnici definiti dalle WCAG 2.1 (Web Content Accessibility Guidelines) a livello AA, che rappresentano il riferimento principale per determinare se un contenuto è accessibile o meno. Chi non si adegua rischia sanzioni pecuniarie/economiche, esclusione da gare pubbliche, azioni legali e danni reputazionali.
Ma c’è di più: trascurare l’accessibilità digitale significa rinunciare a una fetta importante del mercato. In Europa, una percentuale consistente della popolazione ha una qualche forma di disabilità.
Rendere i propri strumenti digitali accessibili vuol dire includere milioni di utenti che finora non hanno potuto beneficiare appieno degli strumenti della rete.

Il ruolo dell’ICT Funding nella transizione digitale accessibile
Il percorso di adeguamento ai nuovi obblighi normativi può rappresentare un investimento rilevante per molte aziende e Pubbliche Amministrazioni, specie per quelle che non hanno mai affrontato il tema in modo strutturato.
È qui che entra in gioco il modello ICT Funding, un approccio sviluppato da BearIT che permette di integrare innovazione tecnologica, sostenibilità economica e conformità normativa intercettando i fondi a disposizione.
In pratica, ICT Funding significa supportare le aziende nell’individuare e sfruttare le opportunità di finanziamento pubblico e privato(bandi europei, regionali, nazionali) per realizzare progetti di trasformazione digitale, inclusa l’accessibilità.
Questo modello si basa su tre pilastri: individuazione dei bandi, progettazione tecnica e rendicontazione. BearIT segue ogni fase del processo, garantendo affidabilità amministrativa, sostenibilità progettuale e risultati concreti.
Nel contesto dell’accessibilità, questo si traduce in un vantaggio doppio. Da un lato, si ottempera a un obbligo di legge; dall’altro, si realizza un progetto finanziato, capace di migliorare l’infrastruttura digitale aziendale e renderla più competitiva.
Come si costruisce un ecosistema digitale accessibile
Rendere un sito web o una piattaforma realmente accessibile significa lavorare su molteplici livelli. Si parte con un audit tecnico per valutare lo stato attuale delle proprietà digitali. Vengono esaminati il codice, l’architettura delle informazioni, i contenuti testuali e multimediali, la compatibilità con gli strumenti assistivi.
In seguito si procede con la progettazione di un piano di intervento, che può includere la riscrittura del codice HTML e CSS, la revisione dell’interfaccia utente, l’ottimizzazione dei flussi di navigazione, la formazione dei redattori e l’adozione di strumenti di validazione automatica.
È essenziale anche che il team interno all’azienda acquisisca consapevolezza del tema: chi produce contenuti, aggiorna pagine o interagisce con i clienti tramite piattaforme digitali deve conoscere almeno i principi base dell’accessibilità.
La sostenibilità del progetto dipende anche dalla sua continuità: l’accessibilità non è un risultato da ottenere una tantum, ma un obiettivo da mantenere nel tempo.
BearIT propone un affiancamento completo, dalla consulenza normativa alla progettazione tecnica, fino alla redazione della Dichiarazione di Accessibilità, documento richiesto dalla normativa per attestare il livello di conformità di ogni servizio digitale.
Accessibilità digitale e innovazione: non solo obbligo, ma valore
Un altro elemento spesso sottovalutato è il legame tra accessibilità digitale e innovazione. In molti casi, un’interfaccia accessibile è anche più performante, più veloce, più ottimizzata per i motori di ricerca.
L’adozione delle linee guida WCAG, ad esempio, migliora la SEO, riduce il tasso di abbandono, aumenta la permanenza sul sito e migliora il tasso di conversione.
Anche i benefici interni all’azienda sono tangibili: i dipendenti possono lavorare meglio con strumenti più inclusivi, e le soluzioni progettate per l’accessibilità spesso si rivelano utili per una platea molto più ampia del previsto. Pensiamo alla sottotitolazione automatica dei video, utile anche in ambienti rumorosi o silenziosi.
In questo senso, la scadenza del 28 giugno 2025 è un acceleratore positivo. È il momento in cui adeguarsi diventa non solo necessario, ma anche funzionale.
Perché affidarsi a BearIT
Nel percorso verso la piena accessibilità digitale, BearIT rappresenta un partner solido e strategico. L’approccio multidisciplinare dell’azienda consente di affrontare il problema da ogni angolazione: tecnologica, normativa, formativa e progettuale oltre al supporto nel reperimento di finanziamenti, che possano accompagnare le società private e gli enti pubblici nella progettazione di interventi sostenibili e misurabili e garantire una gestione efficace della rendicontazione.
L’accessibilità viene affrontata come parte integrante della trasformazione digitale e inserita in un contesto più ampio che tiene conto di obiettivi ESG, reputation aziendale e crescita del valore percepito dal cliente finale.
In conclusione, il 28 giugno 2025 non è solo una deadline burocratica, ma un’occasione concreta per ripensare il digitale come luogo di inclusione, efficienza e innovazione. BearIT è pronta a guidare le aziende e gli enti in questo cambiamento: con competenza, visione e strumenti concreti.